#nonpartosenza: i sarteanesi invadono Trippando.
Ebbene si, mi ci sono voluti un po’ di giorni per riprendermi dal famigerato #trippandoasarteano.
Faticoso ma decisamente bello, produttivo e soprattutto spontaneo.
Come ho già avuto occasione di dire, ho fortemente voluto che questo raduno si svolgesse qui ed il perché è semplice: non c’è niente di meglio che chiamare degli amici a casa propria ed ospitarli come si deve. Sapevo che l’ospitalità sarteanese avrebbe colpito al cuore, andavo sul sicuro insomma.
Ho coinvolto quindi i miei amici blogger nel mondo sarteanese ma, e questa è una piccola sorpresa, ho coinvolto anche i sarteanesi nel piccolo mondo di Trippando.
Come? Con il gioco del #nonpartosenza.
Oddio, non ho proprio indetto un concorso, ma ho scritto a qualcuno e ho proposto e loro, chi prima o chi dopo, hanno accettato di partecipare a questo giochino.
La prima che mi ha scritto è stata Lucia, sarteanese di origine e d’adozione che ha deciso di investire a Sarteano e su Sarteano:
“... non parto senza aver toccato la testa della scimmia... perché porta fortuna...” .
Si, la testa della scimmia è quella posizionata all’interno del Chiostro Cennini, dove lei e suo fratello Carlo gestiscono un ristorante enoteca.
Dicono che sia il pezzo più antico del Chiostro, di sicuro è una scultura singolare e se è vero che porta fortuna d'ora in avanti due toccatine vorrò dargliele anche io.
C’è stata poi Sonia che non ha avuto alcun dubbio: il cellulare.
Essenziale in ogni viaggio e il resto non conta, anche se io sono convinta che un paio di forbici, colla e cartoncino sarebbero altrettanto essenziali.
Poi è arrivato il messaggio di Federica che senza troppi preamboli mi ha mandato questo:
“Non posso, non riesco mai, a partire o programmare una vacanza senza di loro. L'entusiasmo, il senso di meraviglia e rispetto verso tutto quello che scoprono, mi libera e mi fare stare bene meravigliosamente, riempiendo immensamente ogni partenza e di nuovo ogni ritorno.”
La mia amica Elena, che è sempre in viaggio, è stata molto pratica:
Per prima cosa gli occhiali, da sole e sopratutto da vista"perchè sono un po' cecata" .
Qualcosa di nero come orecchini o collana: il nero è chic e non impegna e poi... "non si può mai sapere".
Obbligatoriamente il cellulare, medicine di qualunque specie e per quasi tutte le malattie
“perché tanto se non servono a me qualcuna delle mie amiche ne avrà bisogno” .
Una borsa enorme in cui ci si può tranquillamente perdere, un piccolo notes “perché è sempre un buon momento per scrivere”, una sciarpa e una bottiglietta d’acqua come generi di conforto, l’inseparabile reflex e
“qualunque altra cosa tu voglia. Tu chiedi e probabilmente io l’avrò in borsa”…
Ma la foto forse più bella mi è stata mandata da Davide con questa didascalia: #nonpartosenza? #nonpartoproprio .
C’è poco da dire, non sono la sola ad avere il pallino delle radici, di Sarteano e dell’aria che si respira ed proprio questo che forse ci spinge a viaggiare perché non c’è niente di meglio di un buon ritorno a casa per finire un bel viaggio.