
[Pillole di (Travel)Blogging] - 30. Google Analytics
Già da un po' di tempo diversi lettori abituali delle Pillole di (Travel)Blogging e frequentatori del gruppo Facebook BloggingExperience mi avevano chiesto una pillola dedicata a Google Analytics, per saperne di più sui "numeri" del proprio blog. Ci voleva la persona giusta per poterlo raccontare: è Paola Marino, che, da ottima ingegnera, i numeri in generale e quelli di Google Analytics in particolare, li mastica per lavoro, mentre per passione viaggia e racconta i sui viaggi, spesso insoliti e sempre a misura di bambino, sul suo blog Girovagandoioete.
“Quante visite ha il mio blog?” Tutto nasce da questa domanda, che tipicamente ci si pone fin da subito. Ma da dove cominciare per poter trovare la risposta?
Google Analytics ci consente di estrarre tantissime informazioni relative al nostro blog, ma sappiate che non tutte sono indispensabili, perchè è tutta una questione di obiettivi.
Ci tengo a precisarlo perchè i dati di Analitycs non devono diventare un’ossessione e analizzarne troppi, davvero non serve!
Quindi, prima di aprire i report di Mister G, prendete carta e penna e definite gli obiettivi della vostra analisi.
Ad esempio, volete vedere il riscontro dei vostri lettori rispetto agli articoli pubblicati nell’ultimo mese? Vi interessa sapere se questi erano utenti fidelizzati oppure nuovi? Volete capire come gli utenti sono arrivati sul vostro blog per impostare delle campagne su un social piuttosto che sui motori di ricerca?
Se questi sono i vostri obiettivi, andiamo ad analizzare le metriche base di tali scenari e come prima cosa scegliamo un arco temporale. Questo intervallo dovrà essere tenuto costante nel tempo: ciò significa che se decidiamo di analizzare i dati del mese appena trascorso e ne trarremo quindi determinate conclusioni, le successive analisi dovremo farle 30 giorni dopo. Questo perchè le conseguenze di eventuali azioni, campagne o altro genere di attività che vorrete intraprendere, si dovranno valutare a parità di arco temporale.
E non è detto che un mese sarà sufficiente per rilevare eventuali spostamenti nei dati, ma se manterremo costante l’analisi, sarà più facile tracciarne l’andamento.
Scelto il periodo dobbiamo andare a leggere i dati sulle sessioni, studiarne la loro dinamica e valutare il comportamento dei nostri utenti.
Come facciamo?
Il primo dato da considerare è il numero delle sessioni registrate. Innanzitutto non fatevi ingannare dal nome, c’è chi le chiama visite, chi le chiama sessioni e chi vi parla di visitatori. Tutte e tre indicano lo stesso identico concetto!
Una sessione si attiva quando un utente arriva sul vostro blog, legge un articolo e magari inizia a navigare tra le pagine. La stessa termina perchè l’utente ha chiuso il browser, ha aperto un altro sito oppure sono trascorsi 30 minuti di inattività sulla pagina aperta. Ad esempio se sto navigando sul vostro blog, mi squilla il telefono e mi allontano dal pc per più di 30 minuti, quando torno e ricomincio a navigare tra le vostre pagine, Google Analytics conteggerà due sessioni.
Lo studio delle sessioni é interessante perchè consente di valutare la fidelizzazione degli utenti.
Nel grafico che mostra la panoramica del numero di sessioni, controllate i picchi che sono stati registrati e verificate la loro corrispondenza con i contenuti che avete pubblicato nell’intervallo di tempo selezionato o con una qualche azione da voi intrapresa. Dovreste rilevare un certo riscontro o magari fare piacevoli scoperte.
Sulla base delle sessioni registrate, va tenuto d’occhio il totale delle pagine visualizzate ma soprattutto il numero di pagine per sessione per capire se chi è entrato nel vostro sito, lo ha poi navigato al suo interno oppure si è limitato ad uscirne dopo la prima pagina. Di pari passo a questo dato, dovrebbe andare la durata media delle sessione.
Ovvio è che, più alto è il numero delle pagine per sessione, più alta è la durata della sessione, più i vostri lettori vi hanno letto e hanno navigato all’interno del vostro sito.
Di contro c’è la frequenza di rimbalzo, ossia la percentuale di visite nelle quali l’utente che è arrivato sul vostro blog, ne è uscito dalla stessa pagina da cui entrato. Più alta è questa percentuale, meno interazione e interesse gli utenti hanno avuto verso il vostro blog.
Per capire il comportamento degli utenti nel corso delle sessioni che hanno attivato, bisogna leggere il report dei contenuti più visualizzati.
In questo report è opportuno escludere però la homepage del blog, se volete concentrarvi sul valore delle vostre pagine. Mentre può essere utile aggregare questi dati per le categorie definite nel blog: in questo modo scoprirete quali sono gli argomenti più letti e ricercati.
Per sapere poi come gli utenti arrivano al vostro blog, bisogna andare a leggere quella che Google definisce la modalità di acquisizione del pubblico.
Le sorgenti di acquisizione che fanno attivare sessioni da parte degli utenti sono: i social, la ricerca organica tramite parole chiave, le sorgenti che hanno indirizzato il traffico verso il vostro sito (es. un vostro link inserito su un blog molto famoso), l’accesso diretto al sito (digitando l’indirizzo nella barra del browser) o le campagne a pagamento.
In questo report individuerete sia quali sono i vostri punti deboli, sia i riscontri di eventuali azioni intraprese nel periodo.
Ad esempio, se con la ricerca organica avete una percentuale molto bassa di sessioni attive, vuol dire che dovete lavorare di più sul SEO del vostro blog oppure, se avete svolto una sponsorizzazione su Facebook, questa si rispecchierà fortemente nel report, facendo aumentare la percentuale di acquisizione tramite canale social.
Quelle analizzate fino ad ora sono le metriche base che occorre monitorare costantemente.
Approcci diversi e metriche personalizzate, soprattutto su archi temporali più ristretti, si devono analizzare per obiettivi più di dettaglio. Ad esempio se volete valutare segmenti specifici dei vostri visitatori, studiare il profilo settimanale del traffico al vostro blog, tracciare le campagne di email marketing o di un particolare evento, oppure se volete analizzare in tempo reale l’andamento di alcune metriche.
Come ho detto all’inizio, però, è tutta una questione di obiettivi!