
Stati Generali del Turismo: e i creator?
Due giornate fantastiche, piene, dense. Dibattiti, incontri, tavole rotonde, network con i principali portatori di interesse (stakeholder, come dicono quelli bravi) del turismo italiano. Questi sono stati gli Stati Generali del Turismo, in un Palamontepaschi di Chianciano accogliente, animato, scoppiettante di gente, di entusiasmo, di sguardi appassionati, di strette di mano, di abbracci intensi e di sorrisi pieni.

La due giorni degli Stati Generali del Turismo è stata condotta interamente da Safiria Leccese, che ha anche moderato diversi panel, tra cui quello dedicato ai grandi eventi. Sul grande palco si sono avvicendati cento relatori con sessioni tematiche che hanno abbracciato tantissimi aspetti del turismo. Tantissimi ma non tutti.
L'assenza dei travel creator
La figura dei creator digitali (quelli che prima erano chiamati blogger o youtuber o instagramer e che ora devono fare tutto questo) non ha avuto uno spazio proprio: non le è stata dedicata una tavola né c'è stato un creator che ha avuto parola sul palco. Di più: non c'erano creator digitali, tra quei mille partecipanti. Beh, io c'ero e vi dico la mia.
La figura dei creator può essere considerata marginale nella filiera del turismo. Sembra che sposti pochi soldi (per sé), ma di fatto, partecipa a "spostare" turisti verso una destinazione anziché verso un'altra. Perché i creator coi loro contenuti sono, di fatto, nano-, micro- o miniinfluencer. Noi raccontiamo i nostri viaggi, gli alberghi o campeggi dove soggiorniamo, le città o i borghi che visitiamo. Ne facciamo venire voglia a chi guarda i nostri video o legge i nostri articoli. E il passaparola è fatto.
Invece se ne è parlato, di noi: diversi relatori hanno citato l'importanza di questa categoria, che poi categoria non è, perché di fatto ci chiamiamo "creator" ma ognuno ha la sua specialità e c'è chi racconta meglio a parole, chi con i video, chi con le foto. Siamo stati nominati e non è poco, per non esserci stato praticamente nessuno. Si è detto che spostiamo flussi (chi più, chi meno, va da sé) di turisti, si è detto che "bisognerebbe regolamentarci".
C'eravamo anche se non c'eravamo.

Però dovremmo esserci di più e meglio. E allora ecco i miei due centesimi, faccio finta di prender parola su quel palco e vi dico che i numeri non sono tutto e il fatto che io (e non gente più quotata) fossi agli Stati Generali del Turismo lo conferma. Nel lavoro dei creator la differenza la fanno l'entusiasmo, il cuore, l'essere veri. La fa il parlare di cose che ci piacciono perché ci piacciono veramente, la fa l'accettare di lavorare con brand che sono nelle nostre corde; la fa anche il fare critiche, ma poche e costruttive; la fa l'esserci sempre e l'essere coerenti, credibili, veri. Quello che io racconto "per lavoro" è quello che dico agli amici che la settimana prima di andare in ferie mi mandano il messaggio col "Silvia dove mi mandi".
Questo vuol dire essere sé stessi, questo significa crearsi, nel tempo, un pubblico - piccolo o grande - di persone con gli stessi interessi, gli stessi gusti, che si tiene da parte i tuoi consigli e poi se li va a cercare al momento in cui ne ha bisogno. Il creator deve essere (come) l'amico che in quel posto c'è già stato e ti dà le dritte giuste, ti passa i contatti, ti mette in guardia da possibili eventuali disavventure.
Lavorare (o non lavorare) con i creator
Un creator non può piacere a tutti e le destinazioni o le strutture che vogliono lavorare con dei creator non devono scegliere quelli coi numeri più alti o, per contro, quelli economicamente più abbordabili, ma chi è in target, ovvero chi in quel posto ci andrebbe anche pagando. Lo sparare nel mucchio può generare effetto boomerang. Ci vuole selezione, ci vuole attenzione. Ci vuole delicatezza, azzarderei. Allo stesso modo il creator che lavora bene deve scegliere i propri clienti. E lo so che in questo momento il conto in banca direbbe di prendere tutto, ma ci vuole coerenza, ahimé.
In un eventuale panel ai prossimi Stati Generali del Turismo mi garberebbe mostrare un video come questo, spontaneo anche se legato alla collaborazione con un brand che amo molto, Vacanze col cuore. Poi passerei la parola a colleghi bravi e appassionati, prescindendo dai numeri ma non dal ben lavorare.
Insomma, ministro, io sono pronta per moderare il panel dedicato a chi racconta i luoghi della bella Italia e non solo, nella seconda edizione, e lei mi auguro ci sia, stavolta!
Ph. credits: Fabio Nofroni
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