Dietro le quinte di un acquario: a Livorno mamma e figlio

Un bimbo (abbastanza) piccolo, una mamma, una bella giornata di sole e tanta voglia di scoprire cosa nuove. - Dai, Giacomo, si va all'Acquario di Livorno, si vede anche il dietro le quinte. - Che vuol dire il dietro le quinte di un acquario? - Che si scopre come fanno i pesci ad arrivare lì, si curiosa un po'... Secondo me è ganzo! - Anche secondo me, mamma, andiamo!

L'Acquario di Livorno

L'Acquario di Livorno è un piccolo acquario affacciato sul mare (e sulla splendida terrazza Terrazza Mascagni). È gestito dalla Costa Edutainment, così come l'acquario di Cattolica, che per me è stato una scoperta splendida e quello di Genova (un mondo, meraviglioso!). Io è la seconda volta che lo visito. La prima Giacomo era nella mia pancia, adesso ha sette anni e mezzo.

Quello di Livorno è un acquario particolarmente a misura di bambino. Gli spazi sono ridotti (soprattutto se si paragona a Genova) e anche se i bimbi vanno un po' avanti da soli, non c'è da stare in ansia. C'è la possibilità di fare dei giri guidati gratuiti, ma noi abbiamo deciso di fare il primo giro di visita in autonomia. Nella prima parte del percorso c'è uno spazio importante dedicato all'educazione ambientale e alla sensibilizzazione al rispetto dell'ambiente marino.

Giacomo è rimasto affascinato dalla vasca tattile, dove è possibile accarezzare rombi e razze. Suddivisa in due parti con differenti colorazioni del fondale, questa vasca è interessante anche per osservare fenomeno del mimetismo di alcune razze, veri e propri camaleonti marini. A proposito di camaleonti, ce n'è uno al primo piano, dove si trova un piccolo rettilario, la cui visita è compresa nel biglietto dell'acquario.

Poi ci sono le due gallerie, mediterranea e tropicale, interessanti da osservare, ma ancora più interessanti da ammirare dall'alto, durante il dietro le quinte.

Dopo il dietro le quinte abbiamo avuto bisogno di un secondo giro: ci eravamo persi Paola, una tartaruga marina che è stata soccorsa e curata dai biologi e dai veterinari dell'acquario dopo un "frontale" con un'imbarcazione. L'Acquario di Livorno è anche Centro di recupero e riabilitazione per tartarughe marine, oltre che punto informativo dell’Osservatorio Toscano per la biodiversità.

Il dietro le quinte

Il giro "dietro le quinte dell'acquario" è imperdibile, secondo me, soprattutto considerando che costa solo 4 euro a persona (adulti o bambini indifferentemente) oltre al costo del biglietto. Dura un'oretta ed è perfetto se avete bimbi curiosi, ma anche se siete adulti senza bimbi. Posso darvi un consiglio? Fatelo sull'ora di pranzo, è meno affollato e potete veramente godervi il "sopra" delle vasche con un biologo marino a vostra disposizione. Noi, dopo un primo giro dell'acquario la mattina, abbiamo mangiato presto (attaccato all'acquario c'è il Surfer Joe, una paninoteca in stile americano niente male) e fatto il giro dietro le quinte alle 13:30. Eravamo in tre: Debora la biologa, Giacomo e io. Non ce l'aspettavamo, è stato davvero intenso, emozionante.

Curiosità e ancora curiosità

Si scoprono i segreti sulla vita dei pesci presenti: dalla nascita, con le uova in gestazione, nella "nursery", a cosa mangiano (adiacente alla nursery c'è la cucina per gli ospiti dell'acquario. Quelli nelle vasche, eh!), al progetto sul recupero delle tartarughe marine, alla longevità dei pesci presenti. Curioso: alcuni pesci dell'acquario sono "anziani"; se fossero in mare aperto sarebbero oggetto dei predatori. L'ambiente protetto dell'acquario consente ai biologi di studiarne "la vita oltre la vita" ed è molto interessante, così come è interessante la riproduzione del moto ondoso, l'illuminazione delle varie vasche, a simulare quella reale nel mare, man mano che ci si inabissa. Sono molto curiosi anche quelli che sembrano gli "oggetti smarriti", due cassette con degli "oggetti abbandonati" dagli ospiti (delle vasche) dell'acquario. Uova non fecondate di squalo e carapaci abbandonati di aragosta vi apriranno la porta di curiosità che non si leggono sui libri di scuola e nemmeno sui totem del "davanti le quinte" dell'acquario.

Tra le tante storie raccontataci da Debora, una mi ha colpito ed è quella del "pesce brutto", come lo chiama Giacomo, ovvero il pesce scorpione. Fino alcuni anni fa non si trovava al largo delle coste italiane, invece a causa del riscaldamento dei mari sta risalendo il Mediterraneo e lo scorso anni ne sono stati avvistati alcuni esemplari addirittura in Campania. Il problema di questo pesce (e del riscaldamento globale, va da sé!) è che lui si nutre delle specie autoctone. Non viceversa. Per cui, se ne arriveranno in abbondanza, sarà a rischio tutta la fauna ittica. Non banale...

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