Expo 2015: il giro del mondo in 16 ore

Sicuramente qualcuno avrà vecchie reminiscenze di uno strano personaggio letterario che, facendo fede ad una scommessa, iniziò a fare uno strabiliante giro del mondo raccontando, di ogni paese visitato, storie, usi e costumi.

Il suo nome era Phileas Fogg ed è riuscito a girare il mondo in ben 80 giorni secondo Jules Verne, suo padre letterario e, se non lo sapevate, è l'antesignano dell'odierno travel blogger.

Se ve ne parlo è perché, quest'anno, tutti abbiamo la possibilità di diventare un pò Phileas, girando il mondo e scommettendo di farlo nel minor tempo possibile.

Io l'ho fatto in 16 ore, grazie all'Esposizione Mondiale 2015, meglio conosciuta come Expo, che per 6 mesi riuscirà ad abbattere confini territoriali, economici e politici regalando la possibilità di quasi circumnavigare la Terra in pochissimo tempo.

In poco più di un chilometro di strada, chiamata decumano (l'antica via che si estendeva da est ad ovest nelle città costruite dai Romani), si affacciano mondi, culture e tradizioni diverse e, spesso, opposte fra loro come se una mano birichina si fosse divertita a mescolare gli stati come un mazzo di carte da gioco.

Camminando all'interno di Expo si ha la sensazione che siano stati annullati i concetti di continenti che troppo spesso usiamo per sottolineare l'avanguardia di alcuni e l'arretratezza di altri quando parliamo, ad esempio, di paesi tecnologici e del terzo mondo oppure per definire una "razza" (che in realtà di una si tratta, quella umana!) quando citiamo il continente nero, l'Africa, ed il continente giallo, l'Asia.

All'Expo esistono solo i singoli paesi che vivono e convivono lungo la stessa via mantenendo, ciascuno di essi, il proprio mondo vivo e vitale. Diversità nell'unità? Non sembrerebbe affatto impossibile.

Così, ad esempio, la tecnologica Germania si viene a trovare all'improvviso accanto al variopinto Ecuador mentre davanti allo spericolato Brasile è il Nepal dove troneggia un mite Budda.

Non starò qui a consigliarvi quando è meglio andare, come è meglio arrivare, dove soggiornare, cosa non perdere assolutamente e cosa evitare.

Tutte le informazioni possibili e le anticipazioni le trovate nel sito dedicato www.expo2015.org e nei numerosi blog dove ciascun blogger ha condiviso con voi la propria visita all'Expo.

Io mi limiterò a suggerirvi, tramite le mie foto, perché merita andare e, soprattutto, perché merita portare i vostri cuccioli d'uomo, se ne avete in famiglia, perché vale davvero la pena immergerli in un mondo rimpicciolito, fra i più svariati colori, sapori, profumi, odori, abiti e lingue.

Non trascinateveli dietro ma rendeteli protagonisti, cercando di osservare  da cosa rimangono più affascinati e  lasciando loro assorbire quel caleidoscopio naturale ed incredibile che continua ad essere, nonostante tutto, la Terra.

Quindi merita visitare l'Expo? Sì, merita perché...

Perché i Guardiani del cibo, ideati dal grande scenografo Dante Ferretti, ricordano l'esercito di terracotta in Cina trasportato qui in difesa del cibo e del diritto di tutti a poterne fruire.

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Per "Respirare" nel padiglione dell'Austria dove circa 60 alberi e oltre 1.200 piante forestali producono ben 62,5 Kg di ossigeno ogni ora permettendo il respiro di 1.800 persone mentre l'energia viene prodotta dalla luce, secondo il principio della fotosintesi. Che dite, vi sembra semplicemente un bosco?

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perché basta un semplice pezzo di cartoncino per entrare nel mondo ipertecnologico della Germania dove un ombrello non serve solamente a ripararsi dalla pioggia o dal sole ma anche a fornire informazioni.

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perché scoprirete che l'acqua per molti paesi non è un elemento così scontato e ve lo fanno capire rendendola protagonista dei loro padiglioni.

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per scoprire che il Marocco, con i suoi prodotti, colori e profumi non è poi così distante da noi...

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Perché il grande specchio all'ingresso della Russia rifletterà voi stessi come parte di sé, terzo produttore di grano nel mondo, e vi condurrà nell'ampolloso e fluttuante mondo della vodka...dandovi quel giusto senso di timore davanti a qualsiasi tipo di alcolico.

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perché il mondo è e deve essere un giardino come molti paesi, tra i quali il Bahrain ed Israele, cercano di farci capire...

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Perché l'Iran può essere un voluttuoso giardino orientale mentre gli Stati Uniti un luogo di benvenuto dove comunità diverse si sono incontrate dando vita a quel melting pot culturale unito dal tacchino sulla tavola, il giorno del Ringraziamento.

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perché vi toccherà stare col naso all'insù per scoprire il grande bazar della Francia dove è appesa la tradizione dei cugini d'oltralpe.

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e perché, alla fine del vostro percorso, qualsiasi paese abbiate scelto di visitare, se non tutti, una sosta va fatta nel quieto Nepal, tristemente scosso ad aprile da un terribile terremoto che ha costretto molti a tornare a casa. Il padiglione, finito dagli operai degli altri paesi ospiti, è stato inaugurato il 12 luglio consentendo anche a questo sfortunato luogo di fare parte dell'esposizione.

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Vi state chiedendo quando arrivano le foto del padiglione Italia?

Non arriveranno perché del padiglione dell'Italia non vi dirò nulla dandovi il compito di scoprirlo tutto da soli.

Alla prossima!

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