La casa della felicità - #2Ukraina4Matrimony

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Oggi voglio portarvi in un luogo fisico che, come tutti quelli che ci lasciano qualcosa, ha intrinseco una moltitudine di colori tanto da non dimenticarli, mai...

No, non sono quelli della città natale di mia moglie, di Sasha e Mariana (protagonisti del matrimonio raccontato in #2Ukraina4Matrimony), Ivano-Frankivsk.

E nemmeno quelli dell'emporio-bazar nel quale acquistammo bibite e dolcetti per rimpinguare il già abbondante banchetto post-nozze...

Nemmeno quelli delle casette sparse qua e là nella campagna sud-sud-est della città ukraina...

O quelli degli edifici religiosi, diffusissimi in campagna... I colori di cui vi voglio parlare, oggi, sono quelli che senti, più di quelli che vedi...

La casa della felicità

È usanza in Ukraina, dopo i bagordi della festa di matrimonio, riunirsi in famiglia per fare un resoconto di come è andata la celebrazione, ma anche per approfondire inevitabili incontri fortuiti che si verificano in queste occasioni.

Io ero il più strano, bizzarro, particolare evento di questa cerimonia. Così, sono stato invitato/accolto nella casa di campagna della dinastia Vyrstiuk... La casa della felicità.

La protagonista di questa storia è senza dubbio lei. Polya, la mia nuova nonna acquisita, che vista ormai l'assenza di quelle di sangue, è l'unica che ho.

Già dal primo incontro mi aveva accolto con segni semplici ma cordiali, e avevo avvertito un Amore leggero, fatto di sguardi e movimenti docili ma sinceri...

Un pranzo in allegria, dove ognuno ha ricordato cosa è piaciuto di più della festa passata. È anche un'occasione in cui presentarsi senza veli, senza il rigore degli abiti e degli incarichi del cerimoniale.

Ho così scoperto di avere una nuova famiglia, che si vuol bene, molto coesa, con frotte di bambini che giocano, cugini/e, zii/e acquisiti che mi vogliono bene per quello che sono e che rappresento per la loro congiunta, mia moglie.

Il mitico zio che beveva ettolitri di vodka e mi parlava la sera prima sobrio e lucido nonostante tutto. Nonostante parlassimo due lingue totalmente differenti mi illustrava la loro umile dimora, gli accorgimenti per la doccia esterna estiva, delle finiture architettoniche e dei loro mezzi di locomozione.

Il cugino che mi portava soddisfatto a vedere i campi coltivati e gli animali della fattoria: tutto segno tangibile di armonia.

Una semplice allegria ben visibile sui volti che hanno nomi ormai impressi indelebilmente nella mia memoria, e che sogno/ambisco di tornare a trovare.

Ma la ribalta è tutta per LEI, la mia nonnina... ...che appena arrivato mi chiede di siederLe accanto. E il flusso di sentimento reciproco, l'aura di simbiosi si spande, e, con piccoli impercettibili gesti, mi fa sentire che sono bene accetto, ed io lo avverto e mi sciolgo.

Sguardi, leggere e tenere carezze, diventano risate quando scopre che so fare le fotografie. Mi chiede di farle il ritratto da utilizzare quando chi resta dovrà ricordarla. Cerco di rifiutare l'incarico, poi provo ad assolverlo al meglio. Colgo espressioni mobili e quotidiane, espressive della leggera e piccola personalità che di lei s'impregna l'aria.

Nonna Polya è l'espressione massima della felicità che in un paese continuamente devastato dall'imbecillità umana ho scoperto alloggiare molto più che in stati apparentemente tranquilli e benestanti.

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scritte in russo

Edil saluto di commiato non fu, anche se son passati ad oggi 7 mesi, doloroso o di rimpianto. Semplicemente ci si è salutati, con il rispetto che s'aveva prima di conoscersi e che a maggior ragione ora che ci si conosce sentiamo di dovere: perchè, più che un dovere, risulta un piacere, che non manca solo perchè si sa che c'è.

Così, i 20 kilometri di strada di ritorno a casa in città mi fecero riflettere su cosa fosse la felicità. Certo una casa, come quella che avremmo voluto comprare a Sasha e Mariana. Un lavoro che possa permetterti di realizzare sogni e desideri. Ma sopratutto la felicità è racchiusa in piccole, semplici cose: come dei tenui fiorellini azzurri in un prato verde... E quelle cose sono riconducibili all'unico elemento che differenzia l'essere umano. questo animale definito homo sapiens sapiens al quale apparteniamo, dagli altri: Amore... E sotto questo cartello, mi ritorna in mente, oggi e per sempre, un mantra che ormai volentieri ripeto:

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"Il cielo è uguale. Ovunque tu vada..".Grazie a chi ha creduto al progetto (Albergo il Giardino e Agriturismo Poggio alle Ville), e mi ha consentito di apparire più buono di quanto non sia... Pace e bene...

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