Ristorante l'Alberata, Collepepe (PG): ricordo di un giorno non proprio comune...
L'unico motivo per cui avrei avuto davvero voglia di parlare delle firme che io ed Halyna abbiamo apposto alla certificazione comunale di contrazione di matrimonio era parlare del Ristorante l'Alberata di Collepepe, dove uno scarno gruppo di persone (noi, la sorella di Halyna/suo testimone, Maurizio Flamini/mio testimone con moglie e bimba, Paolo Morbidoni/Sindaco amico di Giano dell'Umbria) si è recata nel post-cerimonia...
Non essendo un food-blogger ma sopratutto perchè ritengo che il rispetto sia molto più importante della mania del documentare tutto ad ogni costo, mi limiterò a descrivere il menù col quale Silvana, Floriano e tutta la gang Andreani ci aveva deliziato...
Antipasto: Bruschette con salsa di cipolla rossa di Cannara, con crema di peperoni e crema di fave con scaglie di pecorino.
Santa Cleopatra la crema di peperoni la ricordo ancora oggi... Colore albicocca, credo fosse mista rossi e gialli; io adoro i peperoni, ed avrei finito qui... I pani utilizzati, ovviamente, erano stati preparati da loro, e ne ricordo di diversi colori e fogge... l'unica che io non ho mangiato fu quella alla cipolla rossa, che dalle espressioni di giubilo dovevano essere come le altre...
Formaggio morbido con cotognata
Pecorino di Assisi con conserva di cetrioli
A parte il fatto che adoro i formaggi, la cotognata ovviamente made in Andreani era una libidine, tanto da prediligere la separazione dei 2 elementi per poterne esaltare il ricordo... Il pecorino, delicato ma di sapore persistente, aveva nella conserva di cetrioli il suo surplus: quanti profumi evocava! E mia moglie era in brodo di giuggiole, visto che nell'est Europa il cetriolo è un must!!!
Primi piatti: Frascarelli con asparagi e salsiccia;
Cannelloni con verdure e formaggi in bianco
Dei primi ricordo la delicatezza dei cannelloni ed il vivace contrasto degli asparagi (quelli nostri selvatici di montagna, ovviamente...) con la salsiccia al vino che condivano questa particolare pasta povera ed umile delle Marche anche usata in Umbria ed in tutto il centro Italia fatta con farina bianca a mo' di polenta.
Secondo piatto: Faraona disossata e farcita cotta nel vino rosso con sformatino di verdure.
Dolce: tre mousse di frutta diversa speziate in maniera differente l'una dall'altra con gelato.
Vi dico solo che erano una goduria infinita: ricordo sicuramente quella al melone e cannella, una alla pera (che solitamente io non mangio...) e la terza si confonde in quell'ineffabile mondo che è l'oblio del nostro io, che sa tirar fuori dai cassetti della memoria al momento opportuno ogni cosa ci abbia lasciato il segno.
In un mondo che ricorda ogni giorno solo i fatti negativi, le efferatezze, i dolori, sarebbe buona pratica cominciare a vivere di racconti di piacere, di bellezza e di bontà espresse dal creato, dalle umane specie e dalla Natura.
Ed il Ristorante l'Alberata delle Residenze che portano lo stesso nome, gestite dagli inarrivabili umili e simpatici Andreani, che offrono da quasi 100 anni le loro leccornie tramite la Gastronomia a loro nome, entrerebbero di diritto nell'ipotetico elenco delle opere da annoverare tra quelle assimilabili all'arte narrate dal TG delle meraviglie...
Perchè l'arte della cucina è una delle più saporite forme di espressione dell'umana capacità.
Basta solo cercarla in giro.
E dentro di sè...