Viaggio in Iran: l'ospitalità del popolo persiano
Sono tornata pochi giorni fa da un viaggio in Iran, uno splendido Paese che mi ha affascinato non solo per le sue bellezze storico-artistiche, note a tutti e che si perdono nella notte dei tempi, ma - e in particolar modo - per la cultura del suo popolo. Parlo di "cultura" riferendomi al modo degli iraniani di intendere il senso "sacro" dell'ospitalità: la gente per strada, allo stesso modo che si tratti di anziani o di giovani, ti sorride dandoti il "welcome in Iran", un benvenuto fatto di sorrisi e scatti fotografici reciproci. E una curiosa voglia di sapere da dove vieni!
Io e i miei compagni di viaggio abbiamo avuto il privilegio di essere graditi ospiti, durante il periodo dell'Ashura - festa religiosa molto sentita nel mondo sciita - della bella e numerosa famiglia del nostro autista Keivan. Siamo rimasti colpiti dal calore con il quale siamo stati accolti nella loro casa, confortevole e naturalmente arredata con i bellissimi tappeti persiani. Ci hanno offerto i loro gustosi piatti tipici: riso allo zafferano, pollo al pomodoro condito con un ottimo peperoncino, varietà di verdure cotte e crude ed infine la frutta, tra cui spiccano gli enormi melograni. Il tutto accompagnato dal loro pane: un semplice impasto di acqua e farina che assomiglia molto alla nostra piadina.
Queste persone, sconosciute fino ad allora, ci hanno fatto sentire come a casa nostra grazie alla loro cordialità e alla squisita ospitalità.
Come sempre, sono le persone a far piacere più o meno un viaggio ed un nuovo luogo: insieme a Keivan, anche la nostra guida iraniana Azita è riuscita, in pochi giorni, a darci un quadro a 360° della sua splendida terra, facendoci non solo cogliere gli aspetti "visivi" del viaggio, ma lasciandoci carpire la grande umanità del popolo persiano. A loro un grazie, per averci fatto sentire dei veri viaggiatori e non semplici turisti.