(Strane) Tradizioni di Natale in Asia
Tradizioni di Natale in Asia? Sì... Le tradizioni sono decisamente diverse dalle nostre, ma ci sono. Eccome se ci sono!
Parte integrante del nostro articolo sulle tradizioni di Natale nel mondo, ecco una breve carrellata sulle tradizioni del Natale in Asia.
Storia e tradizioni di Natale in Giappone
di Stefania Versaci del blog My Japan Slice e contributor del portale Ohayo.it
La doverosa premessa è che le tradizioni natalizie giapponesi non hanno radici cristiane come le nostre e quindi il Natale in Giappone non ha lo stesso significato spirituale che ha per noi.
Brevemente si può dire che il Natale sia arrivato in Giappone dopo la seconda guerra mondiale e sia stato accolto soprattutto in ambito commerciale come una buona occasione per aumentare le vendite.
È un giorno lavorativo normale, si va al lavoro oppure a scuola come al solito, ma le vetrine e le piazze sono decorate e non mancano luci, fiocchi e abeti ricoperti di neve artificiale. Se vi trovaste in Giappone nelle settimane di dicembre non vi accorgereste nemmeno del fatto che nel calendario del Sol Levante del Natale non c’è nemmeno l’ombra.
I giapponesi hanno assimilato volentieri la tradizione occidentale delle decorazioni, dello scambio dei regali e delle cartoline di auguri. Mancano invece del tutto le tradizioni religiose legate alle celebrazioni per la nascita di Gesù che per noi sono alla base del Natale.
Come si festeggia il Natale in Giappone?
Se chiedeste ai giapponesi cosa si festeggia il giorno di Natale potreste restare sorpresi dalle risposte, molti sono infatti convinti che si celebri il compleanno di Babbo Natale!
Come in Italia esistono anche in Giappone delle tradizioni culinarie per festeggiare il giorno di Natale. Una delle più radicate è di origine puramente commerciale ed è la tradizione giapponese di mangiare pollo fritto il 25 dicembre, ma non un pollo fritto qualsiasi, il pollo fritto della famosa catena di fast food americana KFC.
La tradizione è frutto di una fortunatissima campagna pubblicitaria dell’azienda che risale al 1974 e dura anche adesso. Ogni anno vengono offerti speciali menù festivi ed è bene prenotare il proprio pollo in anticipo perché va a ruba. Chi non si è organizzato per tempo finisce per fare lunghissime file e spesso i menù speciali vanno esauriti in poche ore.
Risalente all’ immediato dopo guerra è invece la tradizione di mangiare la torta di Natale. È un pan di Spagna ricoperto di panna e fragole e declinato in varie versioni che includono decorazioni di zucchero e cioccolato.
È esattamente la torta che trovate tra le emoji del vostro smartphone. Questa tradizione è frutto della percezione del Natale che i giapponesi svilupparono soprattutto guardando all’America degli anni ’50 che agli occhi di un Paese impoverito e piegato dalla sconfitta nel secondo conflitto mondiale rappresentava invece abbondanza e prosperità.
È proprio l’aspetto di celebrare abbondanza e prosperità che i giapponesi hanno iniziato ad associare al Natale. È nata così la tradizione di festeggiare con una torta fatta con ingredienti che all’epoca rappresentavano un lusso, come latte, burro, zucchero, cioccolato e fragole fuori stagione. La tradizione si è poi radicata. La torta panna e fragole richiama i colori della bandiera giapponese, bianco erosso, colori anche tipici della tradizione religiosa del Giappone, lo shintoismo.
Molti giapponesi sono peraltro fermamente convinti che anche in occidente si festeggi mangiando esattamente la stessa torta e mi è capitato di deludere qualcuno spiegando che non è così.
Oltre al menù la differenza maggiore rispetto al modo occidentale di festeggiare è che mentre noi pensiamo al Natale come ad una festa da passare con la famiglia per i giapponesi il giorno di Natale, e soprattutto la Vigilia, è un giorno da passare con il proprio partner. Una sorta di San Valentino. A Natale molti ristoranti offrono dei menù speciali e atmosfere romantiche per le coppie. Molti hotel offrono dei pacchetti speciali per passare la notte di Natale con la propria dolce metà, magari facendo l’amore. Come mai?
La spiegazione è nel modo in cui in Giappone si chiama la Notte Santa, in giapponese si dice infatti sei-yoru e si scrive con gli ideogrammi 聖夜 , 聖 sei, santo e 夜 yoru, notte; seiyoru però può essere scritto anche in un altro modo 性夜, dove l’ideogramma 性 si legge sempre sei ma significa “sesso” e quindi la Notte Santa diventa la notte del sesso. Trovare una camera d’albergo libera la Vigilia di Natale in Giappone potrebbe essere molto difficile!
Natale in Asia: Il Festival delle Lanterne Giganti nelle Filippine
di Enzo Ferrari del blog Inguaribile Viaggiatore
Il Festival delle Lanterne Giganti (in filippino Ligligan Parul Sampernandu) si tiene ogni anno il sabato prima della vigilia di Natale nella città di San Fernando. San Fernando per questo viene considerata la “capitale natalizia delle Filippine”.
Sono undici i villaggi (barangays) che prendono parte al festival delle Lanterne Giganti di San Fernando. La competizione tra loro è molto agguerrita nella ricerca di costruire la lanterna luminosa più bella ed elaborata.
Chi abita nelle Filippine attribuisce grande importanza al simbolismo della luce; la stella è considerata una fonte di luce e un segno di speranza nell’unico paese prevalentemente cristiano dell’Asia.
Originariamente, le lanterne erano semplici creazioni di circa mezzo metro di diametro, fatte di “papel de hapon” (ovvero la carta origami giapponese) e illuminate con una candela.
Oggi le lanterne sono realizzate con una varietà di materiali e sono cresciute fino a circa sei metri di dimensione. Sono illuminate da lampadine elettriche che brillano in un caleidoscopio di motivi e colori.
Il Festival delle Lanterne Giganti di San Fernando, di solito coincide con il Simbang Gabi. La prima edizione è datata 1908 ed è stata celebrata ogni anno da allora, facendo si che sia una delle tradizioni natalizie asiatiche più longeve.
Tradizioni di Natale in Asia: il Natale a Singapore
di Sabrina e Enrico del blog The Travelling Family
Bermuda con i tasconi e canottiera fuori, la fronte imperlata di sudore. Le ciabattone ai piedi e, per mano, i nipotini attenti al racconto. La nonna è un po’ più in là, ha un ombrellino parasole e la visiera tra i capelli. Strana ambientazione per parlare di tradizioni di Natale... ma questa è l'Asia. Siamo a Singapore!
La strana atmosfera natalizia di Singapore
Alla fermata di Chinatown c’è una folla ordinata di persone che aspettano la Metro. C’è un manager in giacca e cravatta, due ragazzine che ridono senza sosta e altre due, stesso gonnellino a pieghe, che vanno di selfie. Scenderanno tutti, e noi con loro, a Orchard Road per vedere “cosa non è” il Natale a Singapore.
In effetti, a Singapore, il miglior posto per assaporare l’atmosfera Natalizia e farsi un bel po’ di selfie con le renne è proprio la zona di Orchard Road. Quella dello shopping e della moda. La zona che tutti gli anni cambia tema e nel 2018 si divertirà con tutti i personaggi della Disney.
Tanta gente, molti turisti e poi la neve finta, millemila lucine e gli alberi addobbati. Laggiù c’è la casetta di Santa Claus e, in sottofondo, si sente “we wish you a merry Christmas”.
Da queste parti fanno sul serio, nonostante il clima torrido (o forse proprio per quello…), nel creare la più allegra e sfavillante atmosfera natalizia di tutta l’Asia. Non c’è Mall che non partecipi alla festa di suoni e luci, che non abbia il proprio Babbo Natale pronto a farsi fotografare con un bimbo in braccio.
Luci e caldo per il Natale a Singapore
Le strade e i centri commerciali sono illuminati a festa per ospitare eventi e attività per tutti. Soprattutto per le famiglie. Lo si capisce dagli occhi dei bambini, carichi di felicità e luccicanti come tante stelline. Alcuni arrivano in gruppo, altri accompagnati dai genitori o dai nonni anche per “conoscere” il Natale.
E così capita di trovarsi di fronte a un Presepe a grandezza naturale, una rappresentazione della Natività con tanto di pannelli esplicativi sulla storia di Gesù, Betlemme, i Re Magi.
Per noi la cosa più bella è stata proprio vedere il Natale “spiegato” ai non cristiani nella città tra le più multiculturali al mondo.
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