Io credo nel vaccino. Stiamo ripartendo. GO!
Stiamo ripartendo, è ufficiale. O, almeno, così io credo.
Io credo (fortemente) nella scienza. Vengo da quegli studi lì. Non ho mai nicchiato sul vaccinare i miei figli, anzi, mi sono fatta di buon grado togliere per un po' il saluto da amiche no vax dopo aver loro detto che non vaccinare è da sottosviluppati (predicozzo incluso). Quelle amiche, pian piano, mi hanno ringraziato di quella scossa.
E ora è arrivato. È arrivato il vaccino che ci farà lentamente tornare alla normalità, alla realtà, alla vita. Mi sono sentita molto orgogliosa quando due amici medici ospedalieri, una signora e un ragazzo molto più giovane di me, hanno pubblicato lo screenshot della loro richiesta di vaccino. Avrei voluto screenshottarli a mia volta e mostrarli al mondo. Mi si sono riempiti gli occhi di lacrime, lacrime che ieri sono scese copiose, con tanto di singhiozzi, quando il consorte ha messo il replay del tiggì delle 13,30, con l'apertura sulle prime vaccinazioni anti Covid.
Quando ho visto le prime tre persone lì, pronte per ricevere il loro vaccino, ho pianto. Ho pianto tantissimo. Ho pianto perché ce la stiamo facendo, stiamo ripartendo.
Un anno fa, ieri, noi eravamo a Milano, in coda per ammirare la città dalle terrazze del Duomo, in giro per strade affollate, metropolitane strabordanti.
Ci abbiamo ripensato tante volte, a quella breve vacanza che sembrava così normale. Invece dopo due mesi siamo stati catapultati in un altro mondo, un'altra vita. Io all'inizio non riuscivo a crederci. Sì, i primi momenti non riuscivo a rendermi conto della gravità della situazione. Le prime persone che ho visto andare a fare la spesa con la mascherina mi hanno fatto paura. Poi ho visto il terrore negli occhi di mio marito, che lavora in banca ed era in prima linea, alla cassa, senza vetro, senza mascherine, senza guanti. E continuava a ricevere decine e decine di persone al giorno, a un palmo di naso.
Pian piano ci siamo spostati da una vita all'altra. O, dovrei dire, da una vita a una non-vita. Un parcheggio lungo un anno o poco più, per fortuna, se tutti ci vaccineremo.
Avanti che tocchi a me, il vaccino, che sono giovane (giovane, insomma...), non ho patologie particolari e lavoro per lo più da casa, di tempo ne dovrà passare. Ma io sarò lì, ad aspettarlo. A riceverlo a maniche tirate su.
Lo so che c'è un 95% di efficacia testata. Lo so. So tutto (quasi)...
Ma so anche che il vaccino è l'unica possibilità di ripartire, di tornare a vivere normalmente, di avere di nuovo, tutti, la dignità di un lavoro che dà sicurezza.
Ripartiremo. Stiamo già ripartendo. Vaccinatevi. Vacciniamoci. GO!
1 comment