

Lettera a Babbo Natale
Caro Babbo Natale,
Ma ho voluto tenermi buona questa opportunità per una cosa importante, ed ora sento che quella "cosa" lo reclama a gran voce.
E quanto ci sia di incommensurabile nell'esistenza.
Ora provo a farti delle domande, alle quali sicuramente saprai rispondere:
Tu sai, vero, chi erano gli Sciti (con una sola i).
Sai che un paese che dai più viene definito libero e democratico ha il diritto di poter parlare la propria lingua e legiferare seguendo la propria indole, e che purtroppo non lo fa.
Sai che con la caduta del muro di Berlino tutto il mondo occidentale ha sempre detto che il blocco sovietico si è dissolto e che si sono formate delle giovani repubbliche democratiche e libere.
Sai che la catena montuosa dei Carpazi è zeppa di oro.
Sai che la penisola della Crimea è contesa da sempre tra asiatici, europei ed africani/mediorentali, e che anch'essa è zeppa di petrolio e gas naturale.
Sai chi era Ivano Frankivsk, e sopratutto Yulia Tymoshenko.
Sai che cosa è successo a Chernobyl nel 1986.
Io sono sicuro, caro Ni-Claus, che sai che la capitale di questo paese si chiama Kyiv (e non Kiev!!!)
Con l'accento sulla i.
Ecco, Babbo Natale, per questa volta vorrei usare il mio bonus-regalo per evitare una guerra.
Quella più brutta, quella civile, quella tra fratelli-parenti-amici.
Vorrei che tu, la tua simpatia e la tua bontà scendiate dal profondo nord di questo meraviglioso pianeta, e portiate a questa gente, ma sopratutto a chi non fa nulla per loro, tanta umiltà.
Vorrei che facessi loro aprire gli occhi: agli ukraini nei confronti dei loro padroni usurpatori russi, perdonandoli e facendogli capire che sorella povertà è pronta ad accoglierli.
E vorrei tanto che portassi a noi europei un po' di Amore per il prossimo, di pluralismo e di compassione caritatevole.
Pace e bene, Ukraina.
Pax et bonum...
Tuo, da e per sempre, umilissimo fratello
Ernesto.